Questa pubblicazione è stata finanziata grazie alle attività promosse dall’Asso
Questa pubblicazione è stata finanziata grazie alle attività promosse dall’Associazione Amici di Doccia e grazie alle quote associative. Fondamentale inoltre è stato il contributo del Musée Ariana de la Ville de Genève. Siamo grati alla direttrice Madame Isabelle Naef Galuba per aver sostenuto il progetto e alla conservatrice Madame Anne-Claire Schumacher per l’indispensabile assistenza. Con il sostegno dell’Ambasciata di Svizzera in Italia Inoltre desideriamo ringraziare: il Museo Nazionale del Bargello, in particolar modo la direttrice Paola D’Agostino e il conservatore Marino Marini per la loro disponibilità e collaborazione. Si ringraziano anche: Roberta Colafranceschi, Andreina d’Agliano, Marco Del Panta, Manuela Finaz de Villaine, Giancarlo Kessler, Maria Paola Maino, Anna Moore Valeri, Maria Luisa Palli, Anna Pazzi d’Afflitto, Claudia Pazzini. Pag. 8 Introduzione Livia Frescobaldi Malenchini » 11 LA COLLECTION DE CÉRAMIQUE ITALIENNE DE DOCCIA DU MUSÉE ARIANA À GENÈVE Anne-Claire Schumacher » 16 Catalogue Rita Balleri, R.B. Alessandro Biancalana, A.B. Oliva Rucellai, O.R. Anne-Claire Schumacher, A.C.S. » 73 LA COLLEZIONE DI PORCELLANE E MAIOLICHE DELLA MANIFATTURA DI DOCCIA AL MUSEO NAZIONALE DEL BARGELLO Marino Marini » 75 Catalogo Rita Balleri, R.B. Alessandro Biancalana, A.B. Oliva Rucellai, O.R. » 99 PORCELLANE GINORI NEI MUSEI CIVICI D’ARTE ANTICA DI BOLOGNA Gianbattista Contini » 103 INTERVENTO PER LA TUTELA DELLA COLLEZIONE DI CERE DEL MUSEO DI DOCCIA Francesca Rossi » 105 BIBLIOGRAFIA Rita Balleri Indice I n occasione di un viaggio a Ginevra, nell’autunno di due anni fa, mi ricordai di un bellissimo vassoio, pubblicato da Leonardo Ginori Lisci nel libro La porcellana di Doccia e conservato nel Museo Ariana. Decisi così di scrivere al museo per chiedere di poterlo vedere e se – non si sa mai – avessero avuto anche altre opere in ceramica di Doccia: ne risultarono cento! A quel punto fu evidente la necessità di organizzare una seconda visita che mi permise di visionare tutte le opere e di proporre al Museo di pubblicare la loro col- lezione nei nostri Quaderni. Ebbi così l’occasione di incontrare la curatrice Anne- Claire Schumacher e fu grazie al suo entusiasmo e disponibilità, che venne incari- cata in qualità di stagista, durante l’estate del 2015, Roberta Colafranceschi, che si occupò di riordinare e verificare le schede di ciascun pezzo. Lavoro che risultò es- senziale per l’individuazione delle ceramiche da pubblicare, per le quali il Museo ha in seguito sponsorizzato l’intera campagna fotografica. Non entrerò nel merito di come si è formata la collezione, lasciandovi il piacere di scoprirla attraverso l’in- troduzione di Anne-Claire Schumacher, ma mi preme evidenziare la presenza per la prima volta di oggetti di uso comune che finora non avevano trovato molto spa- zio all’interno delle nostre pubblicazioni. Penso ad esempio alla scatola da pomata (p. 63, cat. 60), testimonianza di una produzione destinata alle profumerie e farma- cie, oppure alla semplice tazzina da tè con piattino (p. 69, cat. 67), che ha la parti- colarità direcare lafirma“Giusti”,oallabomboniera conildecorodeigallirossi(p. 28, cat. 15). Seppur di minore importanza, non dobbiamo dimenticare che è soprat- tutto grazie alla produzione di pezzi di questo genere, a carattere più propriamen- te commerciale, che la Manifattura di Doccia ha potuto attraversare quasi tre seco- li di attività. Mi preme segnalare, tra le altre, tre bellissime opere del Museo Ariana: il vas- soio in porcellana dipinto attorno al 1750 con la scena raffigurante Apollo e le Mu- se (p. 30, cat. 17), il vaso in maiolica eseguito da Jafet Torelli nel 1871-1873 con il decoro tratto dagli affreschi di Villa Farnese a Roma (p. 58, cat. 57) e il vaso in por- cellana con gli scarabei eseguito da Giovanni Mataloni nel 1912 (p. 65, cat. 63). Tre opere che bene interpretano l’identità e l’eccellenza della Manifattura di Doccia nei diversi periodi storici, una produzione che ha saputo attingere agli stimoli cir- costanti in Italia e all’estero, ricercando continue fonti d’ispirazione tra i soggetti più variegati. Nel caso del vassoio con Apollo circondato dalle Muse il pittore ha ri- prodotto la scena del dipinto di Baldassarre Peruzzi ora conservato a Palazzo Pitti. Introduzione Livia Frescobaldi Malenchini Presidente Amici di Doccia AMICI DI DOCCIA N° 9 - 2016 8 Nel vaso monumentale in maiolica del Torelli invece, come si legge nella scheda di Rita Balleri, la presenza di una fotografia dei Fratelli Alinari negli archivi del Mu- seo di Doccia, raffigurante l’affresco Venere con Cerere e Giunone nella Loggia di Amo- re e Psiche a Villa Farnese a Roma, dimostra che in pieno Ottocento i decoratori facevano ormai uso di questo nuovo mezzo di riproduzione, che forniva un ampio repertorio iconografico, al pari dell’incisione nel Settecento. Il vaso di Giovanni Mataloni è invece un unicum, realizzato in occasione della X Biennale di Venezia nel 1912: è la sola testimonianza di una collaborazione tra la Richard-Ginori e l’il- lustratore romano, di cui neppure il Museo di Doccia conserva alcuna opera. Vorrei aggiungere una breve nota redazionale riguardo alla scelta di scrivere il testo sulla collezione del Museo Ariana in francese, scelta che deriva non solo dal li- mite di spazio ma soprattutto dal fatto che sono davvero esigui gli studi in lingua fran- cese sulla produzione della Manifattura di Doccia, ci piaceva così approfittare di que- st’occasioneperoffrireunnostropiccolocontributoalfinedicolmarequestalacuna. Lo scopo di questa rivista è sempre stato quello di affiancare le istituzioni mu- seali nel lavoro di ricerca e catalogazione delle loro diverse raccolte, lavoro che ne- cessita non solo di una competenza specifica per ogni tipologia di opera conserva- ta, ma soprattutto tempo e disponibilità di personale, risorse di cui non tutti i musei spesso dispongono. Per questo desidero ringraziare tutti coloro che nei musei han- no collaborato alla stesura di questo numero, senza i quali non sarebbe stato pos- sibile mettere in luce il patrimonio di opere custodite nei depositi, luoghi pieni di fascino dove ancora si respira l’attesa della scoperta. E di piacevoli scoperte ne so- no emerse anche dal deposito del Museo Nazionale del Bargello, al quale il pitto- re Antonio Conti nel 1884 lasciò per volontà testamentaria un nucleo di cerami- che di Doccia, tra le quali spicca un inedito Crocifisso per devozione privata (p. 78, cat. 4). Nelle indagini condotte da Rita Balleri, si mette in relazione la porcellana con il bassorilievo in bronzo di Massimiliano Soldani Benzi raffigurante Santa Ca- terina da Siena che riceve le stimmate – sempre nella collezione del Bargello – e la ver- sione in cera conservata nel Museo di Doccia. Le altre ceramiche Ginori nei depo- siti del Bargello sono più strettamente legate all’arte della tavola come ad esempio i due obelischi (p. 95, cat. 19) oppure la figura di Caramogio (p. 81, cat. 6). Fa ecce- zione il vaso celadon di Gio Ponti (p. 97, cat. 23) che venne donato al Museo del Bargello nel 1982 dallo Spelman Center of the Johns Hopkins University, la cui de- corazione corrisponde esattamente agli schizzi sulla lettera autografa di Ponti con- servata tuttora nell’Archivio del Museo di Doccia. Nella sezione Rubrica presentiamo tre porcellane provenienti dai musei della città di Bologna, studiate da Gianbattista Contini (ringraziamo Alessandro Bianca- lana per la segnalazione), e la relazione della restauratrice Francesca Rossi sull’in- tervento di recupero dei gruppi in cera conservati nei depositi del Museo di Doc- cia in grave pericolo di conservazione. Il Museo di Doccia conserva infatti una preziosa raccolta di calchi in cera risa- lenti al XVIII e XIX secolo. Si tratta di modelli scultorei tratti da opere di impor- Introduzione 9 tanti artisti fiorentini tardobarocchi come Giambattista Foggini, Massimiliano Sol- dani Benzi e Giovanni Baratta. Questi modelli rappresentavano un repertorio di soggetti da tradurre in porcellana, una collezione che cominciò con Carlo Ginori e alla quale i suoi discendenti contribuirono nel corso degli anni. Come conseguenza della chiusura del Museo di Doccia, dal maggio del 2014 gli ambienti non vengono più puliti ne areati e questo ha determinato il graduale for- marsi di un microclima estremamente nocivo soprattutto per le opere in cera. Si è così notato, nel corso di alcuni sopralluoghi nel 2015, che la superficie delle cere cominciava ad essere aggredita da muffe e funghi. L’Associazione Amici di Doccia, che già nel novembre del 2015 aveva provveduto a mettere in sicurezza l’archivio cartaceo del Museo di Doccia trasferendolo all’Archivio di Stato, si è pertanto atti- vata affinché il nucleo di cere più a rischio trovasse una sistemazione idonea per la sua conservazione. Grazie alla disponibilità dello stabilimento Richard-Ginori, è sta- to prontamente individuato e allestito un ambiente climatizzato nello stabilimento stesso accanto al reparto modellazione. Desideriamo ringraziare in particolare il dottor Giovanni Giunchedi per la sensibilità e l’ingegnere Carlo Rossi per la dispo- nibilità e l’attenzione con cui ha seguito la realizzazione di questo progetto. Il trasferimento dei manufatti, la pulitura dalle muffe e la campagna fotografi- ca delle singole opere sono stati resi possibili grazie al generoso contributo dell’As- sociazione Antiquari d’Italia a cui si è aggiunto il sostegno dell’Accademia del Di- letto di Firenze e del Rotary Club Firenze centro. In particolare ringraziamo Carlo Orsi, Giorgiana Corsini e Enrico Cini che si sono personalmente attivati al fine di uploads/Geographie/ collection-de-ceramiques-italienne.pdf
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- Publié le Dec 23, 2021
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