1 FACOLTÀ BIBLICA • PUBBLICAZIONI ( דבריםdvarìym) - ῥήματα (rèmata) - parole AN

1 FACOLTÀ BIBLICA • PUBBLICAZIONI ( דבריםdvarìym) - ῥήματα (rèmata) - parole ANALISI DI PAROLE BIBLICHE SIGNIFICATIVE Χρόνος (chrònos) - καιρός (kairòs) - Tempo di GIANNI MONTEFAMEGLIO La parola biblica χρόνος (chrònos) è un sostantivo maschile che indica il “tempo”. Da questo vocabolo greco derivano le nostre parole cronologia, cronografo e simili. Il tempo chrònos può riferirsi ad un tempo lungo oppure corto. In Rm 16:25 Paolo parla “del mistero che fu tenuto nascosto fin dai tempi più remoti”, χρόνοις αἰωνίοις (chrònois aionìois), “dai tempi senza inizio e fine”; in Rm 7:1 parla della durata della vita umana, del “tempo [χρόνον (crhònon)] ch'egli vive”. Allo stesso modo, in Mt 25:19 si parla di “molto tempo”, πολὺν χρόνον (polýn chrònon), mentre in Gv 12:35 si parla di “poco tempo”, μικρὸν χρόνον (micròn chrònon). Il tempo chrònos è il tempo misurabile. Quando “Erode, chiamati di nascosto i magi, s'informò esattamente da loro del tempo [χρόνον (chrònon)] in cui la stella era apparsa” (Mt 2:7) e quando poi “vedendosi beffato dai magi, si adirò moltissimo, e mandò a uccidere tutti i maschi che erano in Betlemme e in tutto il suo territorio dall'età di due anni in giù, secondo il tempo [χρόνον (chrònon)] del quale si era esattamente informato dai magi” (Mt 2:16), poté fare dei calcoli, misurando il tempo. Ma il tempo può davvero essere misurato? L’idea comune e popolare è quella espressa in una pubblicazione religiosa: “L’uomo è pienamente consapevole del trascorrere del tempo. A ogni battito d’orologio avanza di un altro passo nel corridoio del tempo ... Il tempo è unidirezionale. Benché il tempo sia universale, nessuno al mondo è in grado di dire cosa sia. Esso è insondabile come lo spazio. Nessuno può spiegare dove cominciò il tempo o dove esso scorra”. - Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile, §§ 1 e 3, pag. 278. Al § 2 di quella stessa pubblicazione è detto che Dio “stesso vive nell’eternità. In quanto alle sue creature, si è compiaciuto di collocarle nel tempo”. La Bibbia dichiara: “Prima che i monti fossero nati e che tu avessi formato la terra e l'universo, anzi, da eternità in eternità, tu sei Dio”. - Sl 90:2. 2 Ora, se ammettessimo che il tempo trascorre in modo unidirezionale, ciò comporterebbe che Dio sia collocabile nella traccia del tempo. Esisterebbe allora una dimensione, quella del tempo, in cui Dio sarebbe racchiuso. Questo è però un assurdo, perché non c’è proprio alcunché a cui Dio possa essere assoggettato. Il Sl 90:2 dichiara che Dio esiste “da eternità in eternità”. L’eternità non è misurabile, non ha inizio né fine. “Non lo sai tu? Non l'hai mai udito? Il Signore è Dio eterno [ע ֹולָם (olàm), “sempre”; LXX greca: αἰώνιος (aiònos), “senza inizio e fine]” (Is 40:28). “Egli è il Dio vivente”. - Ger 10:10. La suddetta pubblicazione religiosa dice però suo malgrado una verità: “Benché il tempo sia universale, nessuno al mondo è in grado di dire cosa sia” (§ 3, Ibidem). Agostino, più di quindici secoli fa, scriveva: “Che cos’è dunque il tempo? Se nessuno me lo domanda, lo so … ma quando cerco di spiegarlo a qualcuno che me lo domanda, non lo so” (Confessioni, XI,14). Ma, se è vero, come è vero, che “nessuno al mondo è in grado di dire cosa sia” il tempo, come mai la pubblicazione editata dalla Watchtower ne dà la definizione affermando che il tempo scorre? Il grande pensatore ebreo Maimonide, che nel 1168 formulò la professione di fede ebraica che è tuttora riconosciuta dall’ebraismo, parlando di un’illustre scuola di pensatori arabi, ebbe a dire: “Essi non hanno capito alcunché dell’essenza del tempo. E questo è naturale: se i più grandi filosofi si sono sentiti in difficoltà nell’investigare l’essenza del tempo, e se alcuni d’essi sono stati addirittura incapaci di intuire che cosa sia veramente il tempo, e se anche Galeno ha considerato il tempo come qualcosa di divino e d’incomprensibile, che cosa ci si può attendere da coloro che non indagano sulla natura delle cose?”. - La guida dei perplessi. La verità è che il tempo è fermo, non scorre. Ciò che scorre non è il tempo, ma la temporalità. È la temporalità (e non il tempo) che scorre in maniera unidirezionale verso il futuro. È la temporalità (e non il tempo) che può essere misurata e si può dividere in passato, presente e futuro. Il tempo eterno è una caratteristica di Dio. Anche la bontà e altre qualità divine sono caratteristiche di Dio. Si può separare la bontà di Dio da Dio? No. Se separiamo la bontà, abbiamo una bontà relativa. Quando Yeshùa affermò che “nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio” (Mr 10:18), intendeva proprio questo. La bontà di Dio è inseparabile la lui, fa parte di lui. Non esiste una bontà di Dio senza Dio o separata da lui. Quando quindi Yeshùa dice che “l'uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone” (Mt 12:35), intende una bontà relativa. Allo stesso modo, l’eternità è una caratteristica divina. Il tempo eterno fa parte di Dio. Non esiste un tempo eterno staccato da Dio e in cui Dio stesso sia collocabile. Come esiste una bontà relativa, così esiste un tempo relativo, relativo a noi. A questo tempo relativo è dato il nome di temporalità. Domandare quando ebbe inizio il tempo è come domandare quando Dio iniziò ad esistere. “Da eternità in eternità, tu sei Dio” (Sl 90:2). Sarebbe la stessa cosa che domandare quando ebbe inizio la bontà di Dio. 3 Ciò che invece ebbe un inizio è la temporalità. E quando? Alla creazione. Prima di allora non esisteva lo spazio né la temporalità. C’era solo Dio, da sempre. Quando Dio iniziò a creare, il tempo eterno si infranse con lo spazio e iniziò la temporalità, il tempo relativo a noi e all’universo. Il tempo di Dio è eterno, fermo. Sono lo spazio e tutte le cose in esso - e noi stessi - che scorrono nel tempo eterno di Dio, non viceversa. Osservato dallo spazio, il tempo è come il paesaggio che vediamo scorrere dal finestrino di un treno in corsa; in verità il paesaggio è fermo e siamo noi a scorrere. La temporalità è come un fiume che scorre tra le rive ferme del tempo. È questo il tempo chrònos, il tempo relativo, la temporalità. Quando Dio portò all’esistenza lo spazio, questo venne a trovarsi nel tempo, nel tempo di Dio, il tempo fermo ed eterno che appartiene a Dio. La persona comune percepisce la temporalità come fosse il tempo, lo vede scorrere come vede scorrere il paesaggio dal finestrino di un treno. Scambia la temporalità per il tempo. Ma s’inganna. La temporalità (il nostro tempo relativo) è evanescente: ha un prima e un dopo. Appartiene allo spazio. Il tempo in sé invece non cambia. Non dovremmo mai parlare dello scorrere del tempo, ma dello scorrere dello spazio attraverso il tempo. Il tempo non invecchia: siamo noi ad invecchiare. La temporalità sì, invecchia con noi. Il tempo è oltre lo spazio. Il tempo trascende ogni divisione tra passato, presente e futuro. Dio vive nel tempo, non nella temporalità. Se non si comprende questo, si fa di Dio un essere a immagine e somiglianza dell’uomo. “La mia propria mano pose le fondamenta della terra, e la mia propria destra stese i cieli. Li chiamo [ֵ א אֲנִי ( ק ֹרqorè anìy), “chiamante io”], perché stiano insieme” (Is 48:13, TNM). Si noti l’uso del presente: Dio li chiama – ora, anche ora – “perché stiano insieme”. Dio è nell’eterno presente del suo tempo. “Il Creatore dei cieli e il Grande che li distende; Colui che stende [נ ֹוטֵיהֶם (notehèm), “stendente essi”] la terra e il suo prodotto, Colui che dà alito al popolo su di essa, e spirito a quelli che vi camminano” (Is 42:5, TNM). Dio fa tutte queste cose ora, in questo momento, in ogni momento, sempre. Noi, nella nostra temporalità, diciamo che l’ha fatto, lo fa e lo farà. Dio dice che lo fa: il suo tempo ha solo l’eterno presente. Chi sa intuire e sentire la realtà del tempo è consapevole dell’unità che esiste tra passato, presente e futuro nell’eterna consapevolezza di Dio. Noi viviamo in due tempi: 4 1. Nella temporalità, nel tempo relativo dell’universo, che è breve. 2. Nel tempo, quello di Dio, eterno. Per la breve durata della nostra vita (che misuriamo in giorni, mesi e anni nella temporalità) noi siamo contemporanei di Dio. Il nostro tempo (quello relativo, la temporalità) è frantumato in momenti, in periodi, in giorni e in notti. Il tempo vero, quello di Dio, è indiviso. L’eternità non inizia quando il tempo finisce. Il tempo è eternità. Quando questa eternità incontra lo spazio, s’infrange e diventa tempo relativo, temporalità misurabile. Dio non è soggetto alla temporalità né confinato nell’eternità. Un momento del tempo di Dio può coincidere con la nostra temporalità. Ciò che Dio fa per l’umanità accade nel suo tempo e nella nostra temporalità. Per noi accade una volta; visto da Lui accade uploads/Litterature/ 2016-montefameglio-tempo-chro-nos-chro-nos-kairo-s-kairo-s.pdf

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