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© Italiano LinguaDue, 1.2009. P. Galetto, Il trasferimento lessicale: ambito italiano-francese. 168 IL TRASFERIMENTO LESSICALE: AMBITO ITALIANO-FRANCESE Pia Galetto 1. IL TRASFERIMENTO LESSICALE. PROBLEMI GENERALI L‟introduzione di forme lessicali che trovano la loro origine e diffusione nell‟ambito letterario e tecnologico, negli scambi economici, nella comunicazione della vita quotidiana si manifesta attraverso l‟uso di prestiti, di derivazioni, di composizioni, di sigle e di acronimi: è un fenomeno che richiede una serie di riflessioni in varie direzioni, in senso diacronico e sincronico. Il trasferimento lessicale1 da un sistema linguistico a un altro – che ingloba essenzialmente il prestito e la morfologia derivativa ‒ rientra nel normale dinamismo dei sistemi linguistici e può rivestire un importante carattere socioculturale, ma l‟affermazione dei neologismi si confronta con il lessico esistente che costituisce il sedimento di un sistema ed è documentato da una solida tradizione, prevalentemente letteraria. La sua capacità e possibilità di penetrazione è pertanto in stretta connessione con la sua carica semantica innovativa rispetto a fattori culturali ed eventi storici di diversa portata. Affrontare il rapporto italiano-francese nel Dizionario di Italianismi in francese, inglese, tedesco (DIFIT 2008) ha significato effettuare un‟analisi comparativa fra i due sistemi sul piano morfologico e semantico: non si è trattato di mettere in relazione due lemmi, ma due paradigmi, in sincronia e in diacronia, con la rispettiva derivazione etimologica, con la relativa evoluzione semantica. Questo ha comportato un‟analisi interna del termine italiano, con il confronto e l‟integrazione delle fonti; lo stesso procedimento è stato seguito nella lettura interna del termine francese; parallelamente si è proceduto alla messa in relazione delle due voci facendo emergere il punto originario e il possibile sviluppo che la voce italiana ha assunto nella lingua francese, con i punti di contatto ma anche con un‟evoluzione autonoma (prestito interno). Si verifica per l‟assunzione del prestito2 lo stesso fenomeno di radicamento che si realizza nella lingua di origine. Il prestito rappresenta una «strategia discontinua di 1 Non si tratta di una semplice acquisizione, ma di un‟operazione creativa. Per una discussione sull‟uso di questo termine, si veda: Gusmani R., Saggi sull’interferenza linguistica, 1986, II ed. accresciuta, Firenze, Le Lettere, pp. 18-20 passim. 2 Usiamo il termine „prestito‟ nel significato „classico‟ anche se in italiano si presta alle ambiguità rilevate dagli studiosi. Per una ricostruzione storica di questo termine nel tedesco, inglese, francese, italiano, si veda : Orioles V., “La metafora del prestito”, in: Orioles V., Percorsi di parole, 2002, Roma, Il Calamo, pp. 163-174. © Italiano LinguaDue, 1.2009. P. Galetto, Il trasferimento lessicale: ambito italiano-francese. 169 creatività lessicale» (Hopper, 1990)3, ma esso si impone quando si presenta una situazione di dominanza in un determinato settore e quindi il prestito ha prevalentemente un carattere colto e più o meno tecnico. Risultano anche fondamentali il momento e le circostanze in cui il trasferimento lessicale si realizza; il che significa che si deve tener conto delle motivazioni che portano all‟affermazione di un termine nel contesto di origine e alla sua assunzione nel contesto corrispondente in un‟altra lingua. Assunzione che può avvenire quasi contemporaneamente, ma anche a notevole distanza temporale e in tal caso sono da ricercarsi le cause che giustificano il silenzio prima e la ripresa poi (par. 2.4.). Successivamente il segno-prestito può caricarsi anche di altri valori e vivere di vita propria, fino quasi a perdere nel significato ultimo ogni contatto semantico evidente con la base di partenza. Siamo di fronte a un duplice dinamismo che coinvolge il segno linguistico sul piano formale, sul piano storico e culturale, sul piano semantico e che incide anche sull‟ampiezza della sua distribuzione nell‟area geografica in cui viene introdotto. Un altro aspetto da considerare interessa la persistenza, la vitalità, la durata del prestito (par. 2.5), problema profondamente sentito dagli studiosi e dai lessicografi. Questo si lega direttamente al problema delle fonti, alla necessità di disporre di un corpus per quanto possibile esaustivo che raccolga le attestazioni linguistiche di diverso livello a cui poter fare riferimento. Il continuo lavoro di aggiornamento e di integrazione delle voci dei dizionari (TLFi, GDLI) può portare a variazioni nella datazione, che è suscettibile di possibili retrodatazioni. La ricostruzione delle prime e variegate espressioni della lingua italiana è l‟obiettivo del Centro di studi Opera del Vocabolario Italiano (OVI) che si occupa della stesura del Tesoro della Lingua Italiana delle Origini (TLIO), un vocabolario storico dell‟italiano antico, con tutte le varietà linguistiche comprese in testi scritti fino al 1375 (limite convenzionale, che in realtà si estende a tutti i testi del Trecento)4. Tale progetto diventa complementare rispetto al LEI, che ha lo scopo di registrare e interpretare «ogni forma italiana, sia della lingua sia dei dialetti, nel suo valore semantico preciso», ma non solo: «ogni significato viene collocato nell‟ambito cronologico della sua esistenza, „da quando fino a quando‟» (Pfister, 2002: 515). La registrazione di una parola da parte dei dizionari non può essere accompagnata solo dalla data della prima attestazione e dalla citazione della fonte, meglio: delle fonti. «Pour être significatives, les données présentées devraient signaler qu‟il s‟agit d‟un hapax, d‟un mot nouveau ou d‟un sens dérivé, et présenter, outre le plus ancien témoignage relevé dans un sous-code de la langue, des attestations de l‟extension de son usage ainsi que la référence du premier dictionnaire où il apparaît comme lexicalisé» (Quemada, 2006: 10). La durata si pone così in tutto il suo valore. Infatti si può parlare di prestito nel momento in cui una voce è profondamente radicata nel sistema di accoglimento ed è sentita dal parlante come abitudine concettuale e linguistica, allo stesso modo del patrimonio linguistico di base. Il processo di inserimento in un altro sistema implica a sua volta un adattamento fonetico e/o morfologico al sistema in cui entra e in cui viene assimilato il lemma. Possiamo trovare – in particolare nel campo musicale ‒ la compresenza di due forme, entrambe accettate e in uso, oppure che documentano due 3 cfr. Hopper P., 1990, “Where do words come from?”, in: Croft W., Denning K., Kemmer S. (eds), Studies in Typology and Diachrony, Benjamins, Amsterdam/Philadelphia, citato in: Benedetti M.“L‟etimologia fra tipologia e storia”, cit, in nota, p. 225. 4 Per una esposizione dello status del Progetto, si veda: Beltrami G. P., “L‟etimologia” nel Tesoro della Lingua Italiana delle Origini”, in: Benedetti M. (a cura di), 2001, Fare etimologia, cit., pp. 123- 146. © Italiano LinguaDue, 1.2009. P. Galetto, Il trasferimento lessicale: ambito italiano-francese. 170 passaggi diacronici: adattamento solo fonetico [mɔdeʀato] e successivamente adattamento morfologico (modéré)5. La complessità del prestito impone un‟analisi attenta di tutti i fattori linguistici e culturali che lo giustificano e lo definiscono, vale a dire dell‟enciclopedia, la quale è parte integrante del significato. Nella ricostruzione del processo che porta alla costituzione di un determinato significato occupa una posizione essenziale la ricerca etimologica6. Risalire a un primum formale e semantico con un percorso a ritroso ‒ che nei casi più complessi può spingersi fino alle radici indoeuropee ‒ appare ineludibile in un‟ottica comparativa, ai fini conoscitivi e in particolare per non cadere in interpretazioni improprie nel caso di forme omofone oppure omografe in un sistema, che possono aver dato luogo a esiti diversificati in un altro o, al contrario, nel caso di forme diversificate che penetrando in un altro sistema hanno dato luogo a un unico esito (par.3.3). Ripercorrere la “biografia della parola” (Baldinger, 1959)7 è inevitabile nel momento in cui la comparazione non investa il piano puramente formale sia pure con le possibili varianti, né si occupi esclusivamente dell‟origine del prestito, ma intenda seguirne lo sviluppo semantico in due o più lingue. L‟etimologia viene allora a configurarsi come una ricerca delle stratificazioni che si sono sedimentate nel tempo e nello spazio. Possiamo affermare che all‟interno di una stessa parola ci sono tante etimologie quanti sono i mutamenti – ai diversi livelli – che hanno provocato una „discontinuità‟ nella trasparenza della stessa8. Altrettanti stati sincronici da „fissare‟ e da analizzare nel movimento diacronico. La semantica storica, unitamente alle altre discipline linguistiche, si pone così a fondamento dell‟indagine etimologica.9 Occuparsi degli italianismi penetrati nel francese significa anche riflettere sulle motivazioni culturali e sulle caratteristiche formali e semantiche che sono alla base del processo di assunzione. Le motivazioni culturali chiamano in causa tutti gli aspetti connessi con il significato del lemma oggetto del trasferimento: l‟area geografica di provenienza (par. 2.2), l‟estensione semantica in sincronia e in diacronia (par. 2.3), l‟area cronologica in cui si colloca il passaggio (par. 2.4), la durata (par. 2.5). Le caratteristiche formali, che investono anch‟esse il semantismo del lemma, concernono i procedimenti di derivazione (parr. 3.1, 3.3), di riprestito (par. 3.2), di transcategorizzazione (par. 3.4). 5 A.Meillet negli appunti al Corso dell‟A.A. 1928-29 tenuto al Collège de France su “La théorie de l‟emprunt en linguistique générale” precisa: «[…] (il n‟y a pas) moyen d‟introduire (un) mot étranger sans l‟adaptation au système de la langue où il entre, d‟où déformation plus ou moins grande …» (Meillet A., in: Granucci F., 2005, “Dai manoscritti inediti di Antoine Meillet: la théorie de l‟emprunt”, Quaderni di Semantica, 2, 2005, pp. 253-254). 6 Per il dibattito sulla definizione del concetto uploads/Litterature/ il-trasferimento-lessicale-ambito-italiano-francese.pdf

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