Gianfranco Folena Lingua nostra A cura di Ivano Paccagnella C Carocci editore 1

Gianfranco Folena Lingua nostra A cura di Ivano Paccagnella C Carocci editore 1a edizione, novembre 2015 © copyright 2015 by Carocci editore S.p.A., Roma Realizzazione editoriale: Le Varianti, Roma Finito di stampare nel novembre 2015 da Grafiche VD srl, Città di Castello (PG) isbn 978-88-430-7477-8 Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633) Senza regolare autorizzazione, è vietato riprodurre questo volume anche parzialmente e con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche per uso interno o didattico. 7 Indice Folena e «Lingua nostra». Questioni di metodo 11 di Ivano Paccagnella Abbreviazioni 31 Parte prima Scritti di «Lingua nostra» Quarantuno Ana in medici e alchimisti 37 Quarantanove Il pallor della viola 42 Cinquantuno Chiaroscuro leonardesco 48 Cinquantaquattro Fra i Lapi e i Bindi del Duecento 61 Cappe e capparazze 72 Cinquantacinque -antia, -entia 74 Pensamento guittoniano 76 Il ciaraffo 85 lingua nostra 8 Cinquantasei Antroponimia fiorentina rara 87 Cosacco e casacca 93 Semantica e storia di monello 97 Cinquantasette Noterelle lessicali albertiane 123 Ancora monello e famiglia 133 Sordo come una campana 138 Treggiaia 139 Cinquantotto Sopralluogo 140 Lombardismi tecnici nelle Consulte del Beccaria 142 Giovanni ventitré 160 Distributorio (di benzina) 163 Cinquantanove l da r preconsonantico nel pisano antico 165 «Parlamenti» podestarili di Giovanni da Viterbo 170 Sessanta Ana in una carta salernitana 186 Sessantuno Alfido, alfiere 189 Terminologia medica. Un «prefissoide» paronimico: pneumo- = pneumato-, pneumono- 191 Sessantadue Rustica in Guittone e altrove 195 Ciambella 203 Diligenza, fiacre, vettura 205 Palazzi e non Palazzi-Treves 208 Sessantatré Razza come traslato 209 Olio (e acqua) sul fuoco 211 Metafore mercuriali 213 indice 9 Sessantaquattro Boberia 216 Brins 218 Sessantotto Prinzipales 219 Annicchiare 221 Taleno e altalena 223 Settantatré Balatroni ‘barattoli’ 225 Settantasette Anaretico (da Tolomeo al Marino) 227 Allo sbando 229 Ancora baratro e barattolo 231 Ottantadue Raitro e reitro 233 Note sulla Lauda escorialense 235 Ottantatré A gogo (gogò) 240 Parte seconda Altri scritti Cinquantotto Gergo teatrale 245 Settantatré Mi bevo un’ombra 248 Settantaquattro Ingegnere 251 Settantacinque Il consumo verbale dello sport 256 Gioco e sport 259 lingua nostra 10 Il tecnoletto sportivo 261 Vita e morte della virtù 264 Settantasei Ansia e angoscia 268 Pluralismo 272 Quasi una conclusione Settantasette La storia della lingua, oggi 277 Ottantaquattro La lingua italiana verso il Duemila 295 Indice delle voci commentate 303 Indice dei nomi 313 11 1. Su Folena, oltre ai numerosi scritti commemorativi alla morte, il 14 febbra­ io 1992 (in primis il commosso annuncio di Ghinassi, in LN, liii, nel marzo dello stesso anno), rinviamo al profilo (e all’annessa bibliografia) di L. Renzi nel Dizio­ nario biografico degli italiani, vol. xlviii, 1997 – anche nel sito www.treccani.it/ enciclopedia/gianfranco-folena_(Dizionario-Biografico) – e a: I. Paccagnella, G. Peron (a cura di), Gianfranco Folena, dieci anni dopo. Riflessioni e testimonianze, Ese­ dra, Padova 2006; L’italiano in Europa (Firenze, 6-7 maggio 2011), Atti a cura di N. Maraschio, D. De Martino, G. Stanchina, Accademia della Crusca, Firenze 2012; F. Zambon (a cura di), Gianfranco Folena e la cultura veneta in Europa, Atti del Con­ vegno (Treviso, 23 settembre 2011), Associazione Amici di Giovanni Comisso, Tre­ viso 2012; L’italiano in Europa, la lingua come risorsa. A vent’anni dalla scomparsa di Gianfranco Folena, Palazzo Montecitorio, 26 settembre 2012, Camera dei Deputati, Roma 2013; I. Paccagnella, E. Gregori (a cura di), Lingue, testi, culture. L’eredità di Fo­ lena vent’anni dopo, Atti del xl Convegno Interuniversitario (Bressanone, 12-15 luglio 2012), Esedra, Padova 2014. Una bibliografia esaustiva è stata pubblicata da A. Daniele in Omaggio a Gianfranco Folena, Editoriale Programma, Padova 1993, i, pp. xxv-xlvii. 2. Lo ricorda lo stesso Folena in Per Luigi Russo, in «Cultura moderna», 5, 54, dicembre 1961, pp. 23-4. Con lui entrarono Carlo Azeglio Ciampi, Scevola Mariotti, Aldo Visalberghi; poco prima erano entrati Emilio Bigi, Antonio D’Andrea, Mario Marti, Aurelio Roncaglia, poco dopo entrerà Mario Baratto: amicizie profonde e du­ rature, che segneranno la vita umana e intellettuale di Folena. R. Melis, Genealogie foleniane, in L’italiano in Europa, cit., p. 45, riporta una bella cartolina del 12 marzo 1943 inviata a Russo da tre allievi: «Tre discepoli prigionieri, Victor Sprocatti, Um­ berto Serafini, Gianfranco Folena vi ricordano sempre con affetto e col desiderio di rileggervi». 1. Nato il 9 aprile 1920 a Savigliano, in provincia di Cuneo, di famiglia toscana, Gianfranco Folena1, dopo gli studi liceali a Firenze, nel 1937 entra alla Scuola Normale Superiore di Pisa. All’esame di ammissione presenziavano Giovanni Gentile, direttore della Scuola, Luigi Russo e Giorgio Pasquali2. Di quest’ultimo Folena ricostruirà affettuosamen­ Folena e «Lingua nostra» Questioni di metodo di Ivano Paccagnella lingua nostra 12 3. G. Folena, Premessa a G. Pasquali, Lingua nuova e antica, Le Monnier, Firenze 1964 (19852), pp. v-xxviii, ora (con il titolo: Giorgio Pasquali) in G. Folena, Filologia e umanità, a cura di A. Daniele, Neri Pozza, Vicenza 1993, pp. 212-28. 4. La vocazione di Bruno Migliorini: «dal nome proprio al nome comune» [1979], ora in Id., Filologia e umanità, cit., p. 281. 5. Quest’episodio, insieme con la continua presenza di Pasquali nella formazione di Folena, è stato ben ricostruito in un articolo esemplare di C. Ciociola, La filologia di Folena, in Paccagnella, Peron (a cura di), Gianfranco Folena, dieci anni dopo, cit., pp. 15-65: 15-6. te la duratura presenza nella propria formazione umana e culturale in particolare nella Premessa alla raccolta di saggi Lingua nuova e antica3. Sarà sotto la loro guida che si orienterà verso gli studi di storia della lingua e di filologia italiana. E sarà anzi Pasquali a spingerlo a seguire i corsi di Bruno Migliorini che aveva appena ricoperto la prima cattedra di Storia della lingua italiana a Firenze. Ricorda Folena: nel 1939-40, sollecitato da Giorgio Pasquali, frequentai le sue lezioni, delle quali conservo gli appunti sulla lingua di Galileo, lessi il primo fascicolo di «Lingua Nostra» e il suo primo libro, ed ebbi da lui, su una schedina che ho conservato anch’essa con un pacco di mie, un primo tema di esercitazione: «La negazione intensiva in italiano: il tipo non me ne importa un fico». Era la vigilia della guerra, di lì a poco ci si sarebbe tutti dispersi, e a qualcuno potrà sembrare oggi un po’ buffo che uno studente a quei dì esercitasse il suo ingegno su particolari marginali di lingua. Eppure quella ricerca mi condusse a leggere attentamente e a schedare una quantità notevole di cantari del Tre e Quattrocento fino al Morgante, poi a fare i conti con una folla di indivi­ dui o casi particolari che pian piano si componevano in serie morfologiche e semantiche, e a individuare una ricca tradizione di stilemi, a risalire quindi all’epica francese e di lì su su fino al latino dei comici, caro a Pasquali. Quella esperienza così concreta, che non escludeva altre e diverse esperienze, mi affe­ zionò durevolmente alla storia della lingua e al maestro sempre sollecito a for­ nire suggerimenti, schede e appunti bibliografici. Decisi che mi sarei laureato con lui su un autore del Quattrocento, il periodo fino ad allora più trascurato della nostra storia linguistica4. Pasquali l’aveva anche messo in contatto, nel 1941, con Michele Barbi, per collaborare con lui al progetto di un commento filologico-lingui­ stico alla Commedia5. La guerra interrompe i suoi studi prima della laurea. Nel 1941-42 fa il servizio militare in qualità di sottotenente in Sicilia e successiva­ folena e «lingua nostra» 13 6. Nel 1955 Innocenti diresse lo stabilimento-modello Olivetti di Pozzuoli; con Quaroni partecipò all’esperienza del progetto olivettiano di Matera (il Borgo la Mar­ tella) e del piano regolatore di Ivrea. 7. I suoi Scritti sull’Europa dal 1957 al 2002 sono stati editi dalla Fondazione Adriano Olivetti (collana “Intangibili”) nel 2012. mente in Africa settentrionale; in Egitto viene fatto prigioniero dagli inglesi e, alla fine del 1942, mandato in India, nel campo di Dheradun, nell’Uttarakhand, fra Kashmir e Nepal, dove rimase fino all’estate del 1946 (quando fu rimpatriato a Napoli). Nel campo si legò di forte ami­ cizia con Ludovico Quaroni, architetto e urbanista, Rigo Innocenti, che fu poi collaboratore di Adriano Olivetti6, con Vittorio Checcucci, matematico e Umberto Serafini, grande europeista7, entrambi allievi della Normale di Pisa. Un’affettuosa memoria del paesaggio indiano (ma anche forse una rimozione di quegli anni tramite la scrittura) si ritrova nel Pallor della viola – il primo lavoro edito dopo la prigionia in «Lingua nostra» (x, 1949), quasi a colmare il lungo iato dopo la prima pubblicazione del 1941 – dove compara la cura dei fiori in Italia, nei paesi nordici, in Giappone con quella dell’India, dove i fiori sono cura quotidiana, anche nelle classi più umili, e non è raro vederli come ornamento nelle capanne dei villaggi più poveri e sperduti: del­ la coltivazione dei fiori Gandhi sentiva l’importanza educativa, come avvia­ mento, direi, al disinteresse estetico ed etico, due motivi che nell’educazione, specie elementare e popolare, non vanno separati; e io ricordo che i bambini indiani dei villaggi, andassero o no a scuola, riconoscevano e nominavano con gioia, nei loro vari dialetti, fiori anche rari e piante. Se non erro, è l’unico accenno uploads/Geographie/ paccagnella-metodo-folena.pdf

  • 30
  • 0
  • 0
Afficher les détails des licences
Licence et utilisation
Gratuit pour un usage personnel Attribution requise
Partager